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di facon (o finto bacon) e BLT

Piccola introduzione: a luglio sono stata in Canada, a Montréal per l’esattezza, dove esiste uno dei ristoranti vegan più incredibili della storia. Si chiama Aux Vivres e la sua specialità è decisamente il BLT, ovvero il classicissimo sandwich americano a base di bacon, lattuga e pomodoro (e maionese, ovvio). La magia sta nel bacon, che è fatto di cocco.

Se ripenso al primo morso che ho dato a quel wrap mi viene ancora da piangere.

BLT

Fortunatamente, nel mondo del web esiste una ragazza, che ha un blog, che ha lavorato in quel ristorante, che ci regala la ricetta. Altre lacrime.

Però, come già dicevo qui, serve un ingrediente speciale. Il liquid smoke. In Italia non si trova (se qualcuno sa dove trovarlo, please faccia un fischio), ma potete ordinarlo online. Mi rendo conto che è frustrante dirvi come fare il finto bacon e poi consigliarvi un prodotto che viene dall’altra parte del mondo, ma vi giuro, compratelo. Come ha detto un mio amico, è la pietra filosofale della cucina (se anche voi mangiavate solo roba affumicata, come facevo io). Trust me.

Ok, ora posso darvi la ricetta del bacon, che viene da qui, leggermente modificata.

Cosa serve:

una confezione di chips di cocco (negozi bio) o un cocco fresco ridotto a lamelle sottili con un pelapatate o una mandolina (non usate il robot, io ne ho rotto uno, così)

60 ml di salsa di soia (tamari per la versione GF)

60 ml di acqua

1 cucchiaio di liquid smoke

4 cucchiai di sciroppo d’acero

3 cucchiai di olio (io uso il girasole)

1 cucchiaio di olio di cocco

2 cucchiaini di sale fino

uno spicchio d’aglio spremuto

un panetto di tofu per il riciclo

Come si fa:

Mescolate tutto, tranne il cocco che verserete alla fine, girandolo e condendolo bene. Fate riposare, scaldate il forno a 170° e mettete il cocco strizzato su una teglia, poi infornate.

Ogni cinque-dieci minuti lo togliete dal forno, lo girate spostando quello negli angoli verso il centro e viceversa (sennò vi trovate con della profumatissima carbonella). Alla fine lo vedrete tutto bello croccante e color bacon. Ci siamo. Ce l’avete fatta.

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E tutta quella marinata, mica la vorrete buttare! Prendete il tofu, tagliatelo a pezzettini, mettetelo nella marinata e lasciatelo in frigo un giorno prima di cucinarlo velocemente in padella. Oh sì.

E il BLT??

Prendete una piadina senza strutto, della maionese vegan , insalata e pomodoro. Le immagini parlano chiaro.

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il pranzo nel thermos

ci salva dalla focaccina fredda e stantia! Periodaccio fatto di tempo che non esiste più, pranzi rubati al calorifero perché fuori fa troppo freddo, delirio trenord, neve… meno male che c’è la neve. E meno male che esistono i thermos, basta usarli per le zuppe e scaldano il cuore, le ossa, dilatano la pausa pranzo e i pranzi costano meno 😉

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Quindi: zuppetta veloce di porri e patate, due cose che se d’inverno non avete in casa non siete più miei amici. Detto. Fatto.

Cosa serve:

  • porri (1 a testa più 1 per la pentola)
  • patate (1 a testa)
  • pomodori (oh, io d’inverno non li compro, ma se capita di avere una mezza lattina di pelati che vaga per il frigo…) 1 a testa
  • olio buono
  • sale, pepe, panna di soia se vogliamo viziarci

Come si fa:

Niente di più semplice. Pulite i porri e tagliateli a listarelle, pelate le patate e tagliatele a dadini, se usate i pomodori sbollentateli in acqua bollente per un minuto e poi pelateli e tagliateli a tocchetti.

Adesso scaldate l’olio, mettete i porri a soffriggere a fuoco lento, aggiungete i pomodori e, quando hanno lasciato un pochino di acqua (se mettete il famoso avanzo di sugo frigoriferiano, aggiungete anche un goccio d’acqua) buttate le anche le patate.

Ora coprite di acqua: diciamo circa 250 ml per persona? Vi piace?

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Bene, dopo venti minuti dovrebbe essere tutto ben cotto. Frullate e salate e pepate! Versate nel thermos e correte al lavoro che è tardi!

e adesso vi racconto due storie: la prima, che questa ricetta viene dal mio primo libro di cucina, quello che mi ha trasmesso l’amore per la cucina. E qualche mese fa, in un negozio, l’ho rivisto e mi sono commossa.

La seconda, che questa è la ricetta che ho raccontato mercoledì su radio onda d’urto, durante navdanya. Fate un salto sul sito della trasmissione, fate un salto e ascoltate la radio in streaming, e tutti i mercoledì, più o meno per l’una e mezza, troverete anche me.

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pasta e cicerchie

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Momento “me la meno”: ho fatto questa pasta ad agosto (esatto, agosto nella pianura padana, un incubo di umidità) alla festa di radio onda d’urto. Ne sono uscite, diciamo, una cinquantina di porzioni? Bene, sono finite TUTTE quella sera. Perché è buona! E se è buona ad agosto, a dicembre è perfetta.

Cosa serve (per ogni persona):

  • una tazza di cicerchie ammollate per una notte e poi lessate (o una lattina di fagioli borlotti, o equivalente cotti in casa)
  • un etto di pasta corta (è il momento di finire tutti quei pacchetti di pasta miseramente avanzati in quantità inutili – tipo 60 g fusilli, 55 g penne… perché mi succede sempre??)
  • brodo vegetale (una tazza e mezza ma abbondate che è meglio)
  • cipolla, aglio, peperoncino, alloro, rosmarino, salvia, olio buono (le quantità… vedete voi in base a quanti siete)
  • concentrato di pomodoro (1-2 cucchiai)
  • vino rosso qb

Come si fa:

Veloce. Soffritto di cipolla-aglio-alloro-rosmarino-salvia-peperoncino. Buttate le cicerchie cotte. Rosolate. Buttate la pasta. Rosolate (tipo risotto). Sfumate con il vino. Versate il brodo, portate a cottura aggiungendo tanto brodo quanto ne serve.

Ora: la pasta deve essere molto ben cotta. Togliete uno-due mestoli (anche di più se la state facendo per dieci) di p&c e frullate con un po’ di brodo (alternativa sprint: frullatore a immersione direttamente in pentola). Ributtate tutto in pentola, aggiungete il pomodoro concentrato, allungate se necessario con altro brodo.

Servite con olio crudo, pepe e lievito alimentare in scaglie.

Fatene tantissima che il giorno dopo fa piangere da quanto è buona.

Versione due: potete cuocere le cicerchie direttamente in pentola. In questo caso non buttate la pasta all’inizio, ma sfumate col vino le sole cicerchie e cuocetele con acqua fino a quando sono tenere. A quel punto asciugate un po’ il brodino che si è formato, buttate la pasta e sfumate col vino, riprendendo in pratica la ricetta da dove l’avevate lasciata.