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lasagne con asparagi grigliati

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ho qualche ricetta in arretrato, per questo fine settimana ho deciso di lasciarvi con delle ottime lasagne (bianche, ovviamente, ho le mie fisse sull’accoppiata verdure e sugo). Tempo di asparagi, tempo di cipollotti. Carpe diem.

Attenzione ai tempi: è una preparazione semplice ma con diversi tempi di riposo (1 h per la marinatura e 1 h prima di cuocere le lasagne). Sfruttatela un giorno che siete a casa il pomeriggio, ad esempio.

Cosa serve (per 2 – piatto unico):

  • pasta di semola (potete farla voi, è molto semplice! io ho usato quella secca perché ne ho da smaltire…non finisce mai! la trovo alla coop accanto a quella all’uovo)
  • un mazzo di asparagi
  • un mazzetto di cipollotti
  • 70 ml di olio
  • 100 g di farina
  • 1 l di latte di soia non dolcificato
  • noce moscata

per la marinata:

  • il succo di un limone
  • un cucchiaio di sciroppo d’acero
  • tre cucchiai di olio

per la salsa a parte:

  • mezza confezione di panna di soia
  • tahina qb (pasta di sesamo)

Come si fa:

mondate gli asparagi togliendo gli ultimi due cm in fondo e pelando con il pelapatate la porzione terminale più fibrosa, togliete le due foglie esterne dei cipollotti e la parte con le radici, e sciacquate il tutto. Tagliate poi i cipollotti a metà per il lungo.

Preparate la marinata emulsionando limone, olio e sciroppo d’acero, versatela in una terrina ampia e immergetevi asparagi e cipollotti. Fate riposare almeno un’oretta.

Scaldate la piastra tipo bistecchiera, quando è molto calda spolverizzatela con un pizzico di sale e grigliate la verdura girandola di tanto in tanto. Man mano che viene cotta  appoggiatela su un piatto. Tenete da parte qualche asparago per guarnire!

Nel frattempo, visto che siete nei pressi dei fornelli, preparate la besciamella: in un pentolino scaldate l’olio con la farina, quando la cremina (si chiama roux) diventa ambrata incorporate il latte mescolando bene con una frusta in modo che non si formino i grumi. Salate, addensatela su fuoco medio e aggiungete la noce moscata grattugiata di fresco.

Ora dovete sfruttare il fatto che la besciamella sia calda! Infatti, la pasta di semola secca potrà ammorbidirsi col calore e l’umidità della besciamella e voi non dovrete impazzire con la precottura in acqua (uno sbattimento infernale!).

Ungete una pirofila e componete le lasagne in questo modo, partendo dal fondo (ma dai?):

  • mezzo mestolo di besciamella calda
  • 1° strato pasta secca
  • besciamella calda a coprire la pasta
  • asparagi e cipollotti
  • 2° strato pasta secca
  • besciamella calda a coprire la pasta
  • asparagi e cipollotti
  • 3° strato pasta secca
  • besciamella calda a coprire (terminatela)
  • gli ultimi asparagi e cipollotti – li avete tenuti da parte quelli per guarnire, vero? 🙂

Si presenterà più o meno così:

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Ora vi consiglio di farla riposare un’oretta prima di infornarla. La lasagna avrà modo di ammorbidirsi senza seccarsi (ma l’ho già detto). Se non avete tempo potete infornare subito a 160° chiudendo la pirofila con la stagnola o un coperchio (tipo un’altra teglia), e alzare a 180° dopo mezz’ora.

Nel frattempo preparate la salsina viziosissima di accompagnamento mescolando panna e tahina fino a ottenere una crema densa. Perché il sesamo, dite voi? L’accoppiata asparagi-sesamo mi ha folgorata anni fa dal giapponese… anche asparagi e burro d’arachidi ne sa. Altro che uova… 😉

Quindi infornatela a 180° per mezz’ora-quaranta minuti. Servitela con la salsa e gli asparagi grigliati.

[NB per aumentare esponenzialmente la goduriosità della cena, lasciate le lasagne nel forno tiepido e intanto sparatevi un bagno caldo. In due magari :)]

aperitivi, quick & easy, ricette, secondi

il panino con la frittata di pasta

fa subito estate. spiaggia, magari.

Invece piove, toh! Ma la pastasciutta avanza sempre… anche quando piove, anche quando si diventa madri.

[rullo di tamburi]

Ladies and gentlemen, non ho ucciso la pasta madre! Giubilo! Il pane (farina integrale e segale) stavolta l’ho fatto io, mi pare doveroso sottolinearlo.

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Cosa serve:

  • un piatto di pasta (meglio se lunga) cotta, condita e avanzata
  • mezzo bicchiere di farina di ceci
  • acqua qb
  • sale
  • olio
  • + pane, basilico e companatico

Come si fa:

In una ciotola mescolate la farina di ceci con l’acqua. Mettetene poca per volta, stemperate bene per non fare grumi, la consistenza finale deve essere come la panna liquida. Aggiungete un goccio d’olio, il sale e mescolate bene!

Quindi prendete un padellino (diametro 20 cm) che sia antiaderente per davvero, mettete un goccio d’olio e scaldate la pasta. [parentesi pasta: la mia era spudoratamente un riciclo del riciclo (altro che nonne, qua batto tutte in economia domestica!): il condimento infatti era il ripieno delle zucchine della sera prima (e cioè muscolo di grano, pomodori secchi, basilico, origano, issopo, pane in cassetta, cipollotti, lievito alimentare e credo basta ma non ci giurerei). Ci ho condito delle linguine. Fine parentesi pasta]

Quando è tutto molto caldo versate la crema di ceci e smuovete la padella in modo che scenda bene sul fondo. Basta, ora tenetela un minutino o due a fuoco alto e poi abbassate la fiamma. Quando si sta asciugando in superficie controllate il fondo, se è dorato e si stacca bene girate la frittata aiutandovi con un piatto o un coperchio, e cuocete dall’altro lato finché non è dorata e croccantina. Tempo totale della cottura: 20 minuti al massimo.

Nel frattempo potete decidere che magari un po’ di verdura cruda non vi ucciderà (anzi) e quindi potete lavarla e tagliarla, poi tagliare il pane e tostarlo leggermente (qua ci si vizia), lavare il basilico che ci sta proprio bene, cose così.

Alla fine è un piatto spudoratamente da divano. Bisogna adattarsi.

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il mio forno 🙂

primi, ricette, senza glutine

avocado lovers

ci sono quei momenti in cui non vuoi niente di più che un avocado. Io lo adoro spalmato sul pane con un pizzico di sale, sulla pasta, nell’insalata, nei dolci, nel classicissimo guacamole, ma la cosa che mi esalta di più (sempre) è il sushi.

Quindi: il sushi vegan si può fare con MILIONI di farciture diverse che non implicano la morte di nessun pesciolino, il raschiamento di alcun fondale, e soprattutto lo può mangiare anche chi è allergico al pesce! Qui però, come si capisce dal titolo, noi volevamo solo ed esclusivamente il nostro amatissimo avocado. Accontentatevi, per il momento: vi lascio la ricetta per la cottura del riso che reputo semplicemente perfetta, il sushi party di mille colori verrà un’altra volta!

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Cosa serve:

  • 2 tazze di riso per sushi (380 g) (al supermercato trovate il riso originario: costa poco e funziona benissimo)
  • 2 tazze di acqua (480 ml)
  • 1 pezzetto di alga kombu (5 cm) (facoltativa)
  • 1/4 di tazza di aceto di riso (60 ml)
  • 1/4 di tazza di zucchero (50 g)
  • 2 cucchiaini di sale
  • +2 avocado, fogli di alga nori, salsa di soia (anche senza glutine!), wasabi, e tutto quello che volete

Come si fa:

Preparate due ciotole, un pentolino, una pentola dal fondo spesso con coperchio e un colino abbastanza fitto perché il riso non passi.

Dovete sciacquare il riso finché non rilascia più amido (anche 10 volte!): per prima cosa mettete il riso in una ciotola, aggiungete acqua fredda e scolatelo senza massaggiarlo. Mettetelo di nuovo nella ciotola (io ne uso due perché il mio colino è piccolo, con la seconda ciotola salvo il riso che scappa quando lo scolo), aggiungete acqua, massaggiatelo con le dita e scolatelo. Continuate così finché l’acqua non è limpida. Dopo l’ultimo risciacquo lasciatelo nel colino a riposare 15 minuti. Nel frattempo mettete l’alga a mollo in un dito di acqua fredda per 10 minuti.

Trascorso il riposo mettete il riso nella pentola, aggiungete l’acqua, l’alga e coprite col coperchio. Ricordatevi: non dovrete toglierlo mai.

Mettetelo sul fuoco a fiamma alta finché non bolle (se il coperchio è trasparente lo vedete, se no potete facilmente ascoltarlo!), a questo punto abbassate al minimo e contate 15 minuti. Trascorsi questi, alzate la fiamma al massimo per 15 secondi e poi spegnete. Ancora una volta, non alzate il coperchio ma fate riposare 15 minuti. (Adoro questo gioco dei quindici!)

Mentre il riso cuoce, in un secondo pentolino mettete aceto, zucchero e sale e scaldate a fuoco basso mescolando, finché lo zucchero non si è sciolto. Questo è il condimento che verserete sul riso, ma non direttamente, bensì versandolo sul dorso di un cucchiaio o una spatola di legno, in modo che sul riso non arrivi una cascata di aceto in un punto solo!

Poi mescolate il riso tagliandolo con la spatola di legno: in questo modo si insaporirà senza spappolarsi. Se siete abili, mentre lo “mescolate”, con l’altra mano fate vento con un ventaglio: si raffredderà al punto giusto. Io faccio fatica e chiedo aiuto: ci sarà pure qualcuno di impaziente che non vede l’ora di sfondarsi di sushi e che vi gira intorno!

Importante: non preparate il riso il giorno prima, né mettetelo in frigo, perché deve essere tiepido quando lo lavorerete.

Per arrotolare i maki vi consiglio di guardare qualche video su youtube: eviterete di farli a girella con l’alga che parte dal centro, ad esempio. La tecnica è semplice! Promesso 🙂

Io li ho farciti con avocado e semi di sesamo al wasabi (non so resistere a certe porcherie!), serviti con salsa di soia e tè genmaicha (troppo troppo buono).

Lei vi insegna a cuocere il riso se vi siete persi per strada:

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=SxxVs2dc7ZM]

Lui ad arrotolare i maki:

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=IGF_5QR9LI8]

Lei invece è quella che vi fa il grembiule. Io sono completamente dipendente dalle sue creazioni (prima o poi arriveranno le foto, giuro!) e oggi finalmente ha inaugurato il suo spazio online.

Franka presenta il grembiule sexy jap, a tema con la mia cena:

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stupendo! Andatela a trovare! http://frankaramia.wordpress.com/ 🙂

foraging, quick & easy, raw, ricette, senza glutine, veggies

insalata di fave & fiori

primavera (forse), i fiori sbocciano comunque (poracci, stamattina il prato era tutto ghiacciato) e io li raccolgo e me li mangio!

Ce ne sono tantissimi che si possono mangiare, i più semplici da trovare sono le pratoline, il tarassaco, le violette, le primule. Poi ci sono anche quelli più chic come le rose, i nasturzi etc ma di sicuro non li trovate per caso in giardino!

Comunque, veniamo alla ricetta.

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Cosa serve:

  • 15 baccelli di fave fresche (anche se ne usate 12 giuro che non vi vengo a cercare!)
  • una dozzina di mandorle
  • una manciata di pratoline e fiori di tarassaco
  • olio buono
  • sale integrale (del tipo un po’ grosso)
  • pepe nero macinato al momento

Come si fa:

Sbucciate le fave e, a seconda dei gusti, togliete anche la pellicina. Conditele con un giro di olio buonissimo. Nel frattempo in un mortaio pestate le mandorle con un pizzico di sale.

Unite i fiori puliti e le mandorle alle fave, mescolate, aggiungete una bella macinata di pepe e gustate con del buon pane casareccio o dei taralli.

ambiente, foraging, ricette

sapori vecchi e sapori nuovi a cena

Questo vuole essere solo uno spunto per giocare con le erbe spontanee.

Tutti sanno che sapore ha una zucchina. O una melanzana. E la differenza tra le due.

Ma tra ortica e tarassaco? Certo, è incredibilmente evidente, ma se non le avete mai assaggiate…

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Noi abbiamo giocato con i soba (tagliatelle giapponesi, so che sembra assurdo ma avevamo quelle in casa!) e con quello che abbiamo raccolto nel pomeriggio.

Cosa serve:

  • erbe diverse – noi abbiamo raccolto ortica (Urtica dioica), tarassaco (Taraxacum officinale) e romice (Rumex crispus)
  • olio buono
  • sale integrale

Come si fa:

Fate appassire ogni erba in un padellino con un goccio d’olio, poi frullatela e usatela per condire pasta, pane, riso…

Lo scopo è quello di sentire i sapori diversi abbinati alla stessa cosa, dire che cosa ci ricordano, con che cosa le abbineremmo.

In più, visto che avevamo raccolto anche qualche germoglio di luppolo (Humulus lupulus) (troppo pochi per condirci la pasta), qualche foglia di acetosella (Rumex acetosa) e delle violette (Viola odorata), abbiamo preparato una frittatina con insalata.

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Le violette in realtà erano tantissime (50 g!) e le abbiamo usate per fare lo sciroppo… attendiamo i risultati 🙂

Uscite, guardate per terra, divertitevi a fare un erbario con le specie che incontrate.

Innamoratevi delle erbacce 🙂

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crisi di identità

Dr. Burger & Mr. Salad

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ovvero due modi di presentare lo stesso piatto (per la cronaca, qui si parla di quinoa, ceci, carote crude, un pizzico di alghe e un pochino di pistacchi. niente niente niente male!). Dimenticavo: è tutto senza glutine!

Le dosi sono per una insalata e quattro burger: se volete fare otto burger aggiungete altri due cucchiai di farina di ceci, se volete fare solo l’insalata omettetela del tutto.

Cosa serve:

  • 100 g di ceci secchi e ammollati per una notte
  • 60 g di quinoa lavata
  • 4 piccole carote (circa 150 g)
  • una manciata di pistacchi sgusciati (circa 25 g)
  • un cucchiaino di alghe in fiocchi (io ho usato le wakame)
  • la scorza di mezza arancia non trattata
  • il succo di mezza arancia o mezzo lime
  • olio buono
  • due cucchiai di farina di ceci
  • sale

Come si fa:

Lessate i ceci e la quinoa, separatamente.

Grattugiate le carote, pestate i pistacchi o tritateli grossolanamente, ammollate le alghe in una tazza di acqua fredda per 5 minuti.

In una terrina unite ceci, quinoa, carote, pistacchi, alghe tritate, due cucchiai d’olio, succo di arancia, scorza di arancia, un pizzico di sale e mescolate bene.

La vostra insalata è pronta.

Ora prelevatene metà e frullatela con due cucchiai di farina di ceci. Mettete il tutto in frigo per mezzora in modo che il composto si rassodi (vedrete che superburger che avrete poi! compatto ma umido al punto giusto).

Con le mani bagnate formate quattro polpette schiacciate, cuocete in padella con un filo di olio caldo e servitele con un’insalata sfiziosa (al solito, io non ho saputo evitare le puntarelle, le mele e i rapanelli).

Dopodiché, votate: meglio il burger o l’insalata?

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orzotto con aglio orsino

Ecco, l’amore mio. Potessi vivere di solo aglio orsino, lo farei. Come un orso che, dopo il letargo, si risveglia mangiandone manciate su manciate… (sì, è per quello che è chiamato così. ora lo amate anche voi, ci scommetto!).

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Stamattina ne ho colti tre kg. TRE. Poi ci faccio un pesto leggero (solo olio buono e sale integrale) e lo surgelo. Per tutto l’anno, ho a disposizione una crema verdissima da aggiungere a farinate (le panelle d’aglio, le chiamava una mia amica!), sughi, ripieni, impasti, polpette… devo andare avanti? 🙂 Voi, piuttosto, dovete andare a raccoglierlo. Tra poco, pochissimo, sarà solo un ricordo.

Cosa serve:

  • uno scalogno
  • due zucchine o mezzo cavolfiore piccolo
  • quattro manciate di orzo
  • un mazzetto di aglio orsino
  • olio buono
  • un goccio di panna vegetale o di crema 100% mandorle
  • brodo vegetale
  • vino bianco

Come si fa:

Tritate lo scalogno e soffriggetelo in poco olio. Aggiungete le zucchine tagliate a dadini, rosolate per un paio di minuti, unite l’orzo e fate tostare. Sfumate con il vino bianco, fate evaporare, portate a cottura con brodo caldo. Al termine aggiungete la panna e l’aglio orsino affettato sottile (tenete da parte qualche foglia per decorare), spegnete e fate riposare qualche minuto.

Servite brindando alla primavera!

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[pronti all’infarto? sto per mostrarvi un bosco di aglio orsino!]

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