quick & easy, raw, ricette, senza glutine, veggies

l’insalata bella

ha i miei colori preferiti. Consistenza croccante. Sapore fresco e agrumato.

Tra parentesi, se non siete molto pratici di chimica, magari non sapete che potete giocare con i colori delle verdure. Il cavolo si presta benissimo a questo scopo… magari approfondirò con un post-apposta (un ap-post, insomma). Intanto voi divertitevi a mangiarlo e, se proprio non resistete, strofinatelo su un foglio di carta e poi provate a giocare con gocce di succo di limone o acqua e bicarbonato. Magie assicurate.

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Cosa serve:

  • 1/3 di cavolo rosso
  • 1/2 mela
  • una fettina di zenzero spessa 5 mm
  • 6 cm di porro
  • due coste di sedano
  • 1 mandarino
  • 1/2 limone
  • 1 cucchiaino miso di riso
  • 3 cucchiaini di tamari (senza glutine)
  • 3 cucchiaini di olio buono

Come si fa:

Sciacquate gli ortaggi. Prendete un coltello e il tagliere. Pronti? Tagliate:

  • il sedano a tocchettini
  • la mela a lamelle
  • il cavolo a striscioline
  • il porro a julienne
  • lo zenzero a dadini piccoli

Spremete mandarino e limone, aggiungete miso, olio e salsa di soia, agitate e versate sull’insalata.

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Se siete in vena di spezie extra aggiungete cardamomo e pepe nero. Boom!

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il gioco delle crespelle domenicali

Sabato sera mi è stato ricordato (con una farcia di funghi) che le crespelle (sì, mi piace di più il nome italiano di quello francese. vai a capire perché) sono strabuone, veloci da fare quando la dispensa langue, una coccola esagerata se sei così intelligente da prepararle in anticipo e lasciarle in forno mentre ti spari un bagno caldo. E quindi crepi l’avarizia, crespelle al sabato e crespelle la domenica. Me le mangerei pure ora. Anzi. Quasi quasi…

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Perché il gioco? Perché si fanno a occhio! E sono sicura che vi usciranno senza problemi. Provare per credere, sono a prova di fallimento, a patto che si rispettino queste regole:

  1. la padella antiaderente deve essere piccola (io uso una 20 cm di diametro)
  2. la padella antiaderente deve essere antiaderente (lapalissiano, forse, ma fondamentale)
  3. la pastella deve essere liquida come della panna
  4. la pastella deve riposare (è pigra)
  5. potete cambiare le farine all’infinito!

Cosa serve:

  • una parte di farina (io sono ormai saraceno-dipendente, ma mescolata alla integrale)
  • due parti di latte vegetale o acqua (stavolta soia per motivi che vi spiegherò più giù)
  • un goccio di olio leggero
  • sale

Ripieno:

  • broccolo lessato+erba cipollina+olio+sale+frullatore=crema
  • tofu alle erbe+olio+salsa di soia+padella=sostanza

Salsa:

  • panna di soia+cumino+pepe nero+curcuma+sale=libidine

Come si fa:

Prendete una ciotola. Versate la farina. Aggiungete un pizzico di sale. Mescolando con una frusta, versate il latte a filo fino a ottenere una crema liscia, non densa e piuttosto liquida. Aggiungete l’olio, che è sempre cosa buona, perché rende l’impasto morbido. Mettetene troppo poco e vi uscirà una suola da scarpe.

Ora fatela riposare, intanto guardate nel frigorifero per cercare qualcosa da metterci dentro.

Il motivo per cui ho scelto questa combinazione di prodotti di soia deriva dal fatto che le crespelle erano per me e per una vittima di Herpes labialis. Se soffri di herpes, dovresti consumare più lisina (un amminoacido, dai che i ricordi di scienze riaffiorano) per accelerare la guarigione (non sto a spiegarvi perché, se vi interessa questo è l’articolo che ho trovato), e ridurre il consumo di arginina: aumentare quindi il rapporto lys/arg. Questa cosa io ieri non l’avevo mica letta bene, quindi ho cercato tra i cibi più ricchi in lisina e ho trovato la soia: dagli di soia, quindi. Peccato che contenga anche parecchia arginina. Comunque, bandiamo per qualche giorno la frutta secca, lo zucchero, il cioccolato e vediamo che succede. Più legumi e meno stress.

Quando la pastella si sveglia dal suo riposino quotidiano, scaldate la padella molto bene e poi, un mestolo alla volta, fate fuori il preparato. Man mano che sono cotte sul fondo le girerete a dorare qualche momento dall’altro lato, e le metterete su un piatto, poi le farcirete, le disporrete in una pirofila unta, le cospargerete di panna aromatizzata e le dorerete in forno. E sarà una bellissima cosa.

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castagnòle campagnòle

Carnevale. Tempo di fritti. Mia nonna decide di farmi il primo dolce 100% vegan e, tutta orgogliosa, mi parla delle castagnole. Che, poi ho scoperto, sono delle normalissime frittelline fatte a pallina (e quindi a forma di castagna), mentre lei le ha interpretate proprio nel vero senso della parola: di castagne.

Problema: a me la farina di castagne non piace. E detesto il fatto che non mi piaccia: un conto è non mangiare qualcosa per ragioni etiche, ma fare la schizzinosa proprio no.

Risultato? Sono in dipendenza piena, questa è la terza volta che le faccio. A ‘sto punto è amore.

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Va detto che sono di velocissima preparazione, non assorbono olio quindi sono pure leggere (ossimoro, lo so, ma è vero), si fanno con pochissimi ingredienti e [rullo di tamburi] sono senza glutine! Festeggiamo!

Cosa serve:

  • farina di castagne (150 g)
  • acqua (120 ml)
  • zucchero di canna (da 0 a 3-4 cucchiai)
  • lievito per dolci (1 cucchiaino)
  • uvetta ammollata nella grappa (2 cucchiai)
  • olio per friggere (cosa usare? arachide, mais o girasole)

Come si fa:

In una terrina mescolate la farina di castagne e lo zucchero, aggiungete l’acqua mescolando bene con un cucchiaio fino a ottenere un composto colloso (una specie di polenta) e non liquido, ma piuttosto fermo (regolatevi a sentimento). A questo punto unite le uvette, mescolate bene, e per ultimo unite il lievito, incorporandolo nell’impasto con attenzione.

Ora prendete una padella antiaderente, versate olio a sufficienza per coprire il fondo e mettetelo sul fuoco piccolo, a fiamma vivace.

Vicino alla padella poggiate un vassoio coperto di carta assorbente, e vicino alla terrina con l’impasto una tazza di acqua (vi servirà per bagnare il cucchiaio e il cucchiaino).

Quando l’olio è caldo, adagiate l’impasto aiutandovi con cucchiaio e cucchiaino (entrambi bagnati nell’acqua). Ogni castagnola è formata da mezzo cucchiaio di crema. Siate abbastanza veloci, o quando avrete deposto l’ultima, la prima sarà già bruciata. Quindi: quando avete finito lo spazio iniziate a girarle (controllate che siano belle dorate sotto) e cuocetele anche dall’altro lato per un minuto scarso.

Alla fine potete spolverarle con zucchero di canna, zucchero a velo o niente…versione nature!

Oggi io le ho portate in dono a degli amici, ci siamo bevuti una tazza di tè nel non-tepore di oggi.

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crostatine in gran velocità

io non capisco chi compra la pasta frolla confezionata. Ci vogliono quattro minuti per fare l’impasto! Ed è così bello e profumato! Si possono variare gli aromi, le farine, la consistenza; si può preparare in anticipo e usare dopo qualche giorno… e non servono uova.

Quindi: più crostatine per tutti (queste erano un regalo ^^)

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Cosa serve (per 1 crostata o 6 crostatine):

  • 300 g di farina (io ho usato 200 di farina di farro e 100 di farina di grano saraceno)
  • 100 g di zucchero di canna
  • un pizzico di sale
  • un pizzico di lievito
  • aromi (potete usare: scorza di limone o scorza di arancia non trattata, vaniglia, cannella, zenzero, noce moscata… io per queste ho scelto chiodi di garofano e cannella)
  • 3/4 di panetto di margarina [aggiornamento 2015: la margarina non la uso più. Uso 70 g di olio evo o di girasole bio + acqua qb per legare]
  • 3/4 di vasetto di marmellata ai lamponi

Come si fa:

in una ciotola riunite le polveri con gli aromi e mescolate bene. Aggiungete la margarina l’olio e sbriciolate bene con le dita fino a ottenere un ammasso di briciole unte. A questo punto aggiungete due-tre cucchiai di liquido per legare (latte di riso, di soia, tè raffreddato, o anche semplicemente acqua) e formate una palla liscia. Fatto. Avevate tanta paura di questa frolla vegan che manco vi siete accorti di quanto è semplice.

Mettetela in frigo avvolta da pellicola (se anche voi non la comprate, usate uno di quei sacchetti per le verdure del supermercato, quelli che anche se non li vuoi te li ritrovi in casa lo stesso) per almeno mezzora.

Al momento opportuno, scaldate il forno a 180°.

Ungete e infarinate uno stampo (o usate la carta forno) sui 22 cm di diametro, o i sei stampini.

Stendete la pasta con il mattarello tra due fogli di carta da forno fino ai 4 mm (circa). Fate attenzione allo spessore: più è uniforme, meglio cuoce. Stendetela nello stampo, ripiegate i bordi e acconciateli come più vi piace.

Bucherellate il fondo, versate abbondante marmellata, decorate con la pasta rimasta e infornate per 20-30 minuti. Non temete: la marmellata diventerà un lago di magma, ma poi tornerà solida. La crostata è pronta quando i bordi sono ben dorati e piuttosto solidi, ma non duri.

A colazione c’è da morirci.

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tra la verza e la frutta secca

ci stanno loro. Nati dalla necessità di smaltire una palla da bowling verdea (e che non piace a tutti, quindi bisogna arricchirla ben bene) e quello che si ha in casa. Banalmente. [scusate la foto bruttarella, ma -sapete- mangio anche di sera, e quando qualcosa esce bene mi dispiace non condividerla. quindi: pazienza per la luce la grana etc etc, questa è la prima ricetta della sera]

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Cosa serve (per 10 involtini): NB sono molto più buoni se preparati in anticipo, ma non morite avvelenati se li mangiate espressi.

  • verza (10 foglie grandi più mezza di quello che rimane)
  • orzo (80 g – un bicchiere scarso)
  • riso (80 g – idem)
  • 7 fichi secchi
  • una manciata di uvette
  • una manciata di noci sgusciate, a pezzetti
  • mezza cipolla
  • due spicchi d’aglio
  • peperoncino, cannella, olio buono, un dado vegetale, pangrattato

Come si fa:

Preparate una pentola di acqua e portatela a bollore con il dado. Immergete le foglie di verza lavate e scolatele, aiutandovi con un cucchiaio di legno, dopo quattro-cinque minuti. Lasciatele sgocciolare bene in un colapasta.

Nell’acqua bollente buttate adesso l’orzo e, dopo venti minuti, il riso. Dopo altri venti minuti scolate tutto.

Nel frattempo tritate la cipolla e l’aglio, tagliate a pezzi i fichi secchi e a listarelle fini fini le verze. Soffriggete aglio e cipolla in una padella con olio e peperoncino, poi aggiungete fichi e uvetta, rosolate ancora un pochino, unite le verze e portate a cottura aggiungendo, secondo necessità, un pochino del brodo di cottura della pentola a fianco.

Cotte? Unite i cereali, che saranno cotti pure loro, le noci, un pizzico di cannella, e poi assaggiate e regolate di sale.

Preparate una pirofila unta d’olio.

Bon. Adesso prendete le vostre fogliolone (asciutte) e poggiatele sul tagliere. Con un coltellino affilato, tagliate quanto più vi riesce della grossa nervatura centrale (sennò col cavolo che si chiudono senza spezzarsi) e poi farcitele, chiudendole a pacchettino. Ognuno ha il suo metodo: io metto la foglia nella mano sinistra, in modo da “chiudere” già il ripieno e pressarlo bene man mano che lo metto sulla foglia. Poi chiudo i due lembi laterali, quello sopra, quello sotto et voilà.

Teglia pronta, carica di pacchettini. Una spolverata di pangrattato e infornate e 180° per una ventina di minuti.

Potete servirla con una salsina. Io l’ho fatta con due cucchiai di tahina (pasta di sesamo), quattro cucchiai di acqua calda, un goccio d’olio, un pizzico di sale, erba cipollina e scorza di limone.

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hummus di zucca

esistono le giornate in cui vorrei essere mago merlino e, al suono di ocheti pocheti, ordinare alla casa di riordinarsi da sola. Purtroppo, non ci riesco. Premio di consolazione è un piatto che si cucina in discreta autonomia (certo, il livello “zuppa surgelata” è inarrivabile, ma ci accontentiamo), che si può mangiare sul divano, che non sporca tanto, che ti permette di far fuori le verdure che invecchiano in frigorifero. E andiamo.

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Cosa serve:

  • 600 g di zucca
  • 1 cucchiaio di crema di sesamo (tahin, tahina, chiamatela come vi pare)
  • 1 spicchio d’aglio
  • il succo di 1/2 limone
  • olio buono
  • sale, cumino, erba cipollina

Come si fa:

Scaldate il forno a 180°, tagliate la zucca a fettine (togliendo i semi e i filamenti interni) dallo spessore uniforme (più o meno) e disponetele su una teglia coperta di carta da forno. Spolverate di sale e infornate per una quarantina di minuti (giratele a metà cottura).

Tra una pulizia e l’altra ricordatevi di guardare come sta la piccola cucurbitacea in forno. Se avete voglia  di verdure al vapore (o per necessità avete solo quelle – ahimè non avevo carote, mela o indivia belga per accompagnare l’hummus) potete prepararle nel frattempo, sono parecchio indipendenti pure loro.

Cotta? Bene. Togliete la buccia, buttatela nel frullatore con l’aglio tritato, la tahina, un bel giro di olio, il succo di limone, il sale e il cumino pestato. Frullate. Regolate di sale. Cercate di non mangiarlo tutto (è difficile, lo so) e spolveratelo con erba cipollina o quel che passa il convento (ottimo il timo).

Ora siete pronti per divanizzarvi. Ve lo siete meritato.

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[saluti anche dal mostrino dai mille nomi]

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lasagne a strisce

eccole qua, le lasagne che mi hanno accompagnato nel duemila e credici. Un piatto prima della mezzanotte, tre piatti dopo.

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Premessa: il merito della bontà di queste lasagne sta tutto nella cottura delle verdure (maddai? scopriamo l’acqua calda), che deve avvenire rigorosamente se-pa-ra-ta! Quindi armatevi di pazienza, divertitevi a creare tanti cubetti colorati e vedrete che verrete ricompensati. Diciamo grazie tutti a Giorgio che spadella, ogni estate, quintali di verdure a cubetti per la felicità dei popoli, dispensando consigli.

Cosa serve:

  • pasta per lasagne di grano duro (1 confezione vi basta e avanza)
  • besciamella (io ho usato 150 g di farina, 120 g di olio e 1,5 l di latte di soia al naturale più sale e noce moscata)
  • 1 porro
  • 1 cipolla
  • 2 teste di broccolo (erano piccole e ho usato solo la testa)
  • 6 carote
  • 1/2 sedano
  • 2 e 1/2 zucchine
  • 1 e 1/2 tazza di piselli
  • aglio, olio, sale, sesamo tostato

Come si fa:

Tagliate tutto a cubetti, tenendoli separati. Scaldate una buona padella antiaderente, quando è rovente buttate una verdura, fatela saltare, poi aggiungete un giro d’olio, un poco di sale e (se serve, tipo per le carote e i broccoli) un goccio d’acqua. La parola d’ordine è fiamma alta (e velocità di cottura).

Quando la vostra verdura n°1 è cotta, la mettete da parte, rimettete la padella sul fuoco e passate alla verdura n°2. Vi consiglio di lasciare la cipolla (con il porro, questi li potete cuocere insieme) per ultima.

Nature o aromi? A voi la scelta. Io ho cotto al naturale le carote, le zucchine e il sedano; con il vino la cipolla; con l’aglio i piselli e il broccolo. Potete spaziare!

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Per assemblare le lasagne non credo ci sia bisogno di molte spiegazioni: ricordatevi di usare la besciamella calda, così la pasta (cruda e dura) inizia a cuocere. Ecco gli strati, a partire dal fondo:

un mestolino di besciamella

pasta

besciamella

verdure

sale e sesamo tostato

pasta

besciamella

verdure

sale e sesamo tostato

eccetera (io ho fatto quattro strati di pasta)

Prima di cuocere la faccio riposare una mezzoretta coperta da una teglia, poi la inforno, sempre coperta, e la lascio in forno caldo a 180° per 40-50 minuti. Scopritela verso metà cottura, quando al centro è già bollente.

Buonissima fredda. Giuro.

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Approfittiamo dell’anno nuovo: mi trovate su facebook, alla pagina facebook.com/tiliatarrare facebook.com/bettitaglietti. A presto!