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una pizza in dieci minuti

chi non ha mai mangiato la pizza fatta con la piadina alzi la mano!
Sul serio: ci si mette pochissimo, è perfetta per riciclare quelle piade un po’ vecchie che rimangono in frigo quei due giorni in più del dovuto e diventano di legno 😉 e -last but not least- è buona!

Nel mio caso, la cena superveloce si è composta con quello che avevo nel frigo, abbinato non proprio a caso: fagiolini, pomodori e basilico (un grande trio) e tofu alle erbe, fresco quanto basta! D’obbligo una birra ghiacciata e il divano.

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Cosa serve (per persona):

  • una piadina senza strutto (perfette e economiche quelle coop all’olio di oliva)
  • mezzo bicchiere di polpa di pomodoro
  • due pomodori secchi
  • 50 g di tofu
  • un piattino di fagiolini cotti dalla nonna (quanto mi vizia…!)
  • olio, basilico, sale

Come si fa:

Scaldate il forno a 180°.

Mescolate la polpa con olio, sale e basilico; tagliate i pomodori secchi a pezzetti e il tofu a fettine sottili.

Mettete la piada su un foglio di silicone o carta forno (non vi faccio sporcare nemmeno una teglia!), versate il pomodoro, condite con pomodori secchi, tofu e finite con i fagiolini. Infornate per 10-15 minuti (finché non sentite il profumo di pappa pronta), irrorate con un filo di olio crudo buono e spaparanzatevi sul divano.

Ovviamente potete farla anche in padella!

Che goduria!

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il panino con la frittata di pasta

fa subito estate. spiaggia, magari.

Invece piove, toh! Ma la pastasciutta avanza sempre… anche quando piove, anche quando si diventa madri.

[rullo di tamburi]

Ladies and gentlemen, non ho ucciso la pasta madre! Giubilo! Il pane (farina integrale e segale) stavolta l’ho fatto io, mi pare doveroso sottolinearlo.

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Cosa serve:

  • un piatto di pasta (meglio se lunga) cotta, condita e avanzata
  • mezzo bicchiere di farina di ceci
  • acqua qb
  • sale
  • olio
  • + pane, basilico e companatico

Come si fa:

In una ciotola mescolate la farina di ceci con l’acqua. Mettetene poca per volta, stemperate bene per non fare grumi, la consistenza finale deve essere come la panna liquida. Aggiungete un goccio d’olio, il sale e mescolate bene!

Quindi prendete un padellino (diametro 20 cm) che sia antiaderente per davvero, mettete un goccio d’olio e scaldate la pasta. [parentesi pasta: la mia era spudoratamente un riciclo del riciclo (altro che nonne, qua batto tutte in economia domestica!): il condimento infatti era il ripieno delle zucchine della sera prima (e cioè muscolo di grano, pomodori secchi, basilico, origano, issopo, pane in cassetta, cipollotti, lievito alimentare e credo basta ma non ci giurerei). Ci ho condito delle linguine. Fine parentesi pasta]

Quando è tutto molto caldo versate la crema di ceci e smuovete la padella in modo che scenda bene sul fondo. Basta, ora tenetela un minutino o due a fuoco alto e poi abbassate la fiamma. Quando si sta asciugando in superficie controllate il fondo, se è dorato e si stacca bene girate la frittata aiutandovi con un piatto o un coperchio, e cuocete dall’altro lato finché non è dorata e croccantina. Tempo totale della cottura: 20 minuti al massimo.

Nel frattempo potete decidere che magari un po’ di verdura cruda non vi ucciderà (anzi) e quindi potete lavarla e tagliarla, poi tagliare il pane e tostarlo leggermente (qua ci si vizia), lavare il basilico che ci sta proprio bene, cose così.

Alla fine è un piatto spudoratamente da divano. Bisogna adattarsi.

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il mio forno 🙂

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insalata di fave & fiori

primavera (forse), i fiori sbocciano comunque (poracci, stamattina il prato era tutto ghiacciato) e io li raccolgo e me li mangio!

Ce ne sono tantissimi che si possono mangiare, i più semplici da trovare sono le pratoline, il tarassaco, le violette, le primule. Poi ci sono anche quelli più chic come le rose, i nasturzi etc ma di sicuro non li trovate per caso in giardino!

Comunque, veniamo alla ricetta.

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Cosa serve:

  • 15 baccelli di fave fresche (anche se ne usate 12 giuro che non vi vengo a cercare!)
  • una dozzina di mandorle
  • una manciata di pratoline e fiori di tarassaco
  • olio buono
  • sale integrale (del tipo un po’ grosso)
  • pepe nero macinato al momento

Come si fa:

Sbucciate le fave e, a seconda dei gusti, togliete anche la pellicina. Conditele con un giro di olio buonissimo. Nel frattempo in un mortaio pestate le mandorle con un pizzico di sale.

Unite i fiori puliti e le mandorle alle fave, mescolate, aggiungete una bella macinata di pepe e gustate con del buon pane casareccio o dei taralli.

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crisi di identità

Dr. Burger & Mr. Salad

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ovvero due modi di presentare lo stesso piatto (per la cronaca, qui si parla di quinoa, ceci, carote crude, un pizzico di alghe e un pochino di pistacchi. niente niente niente male!). Dimenticavo: è tutto senza glutine!

Le dosi sono per una insalata e quattro burger: se volete fare otto burger aggiungete altri due cucchiai di farina di ceci, se volete fare solo l’insalata omettetela del tutto.

Cosa serve:

  • 100 g di ceci secchi e ammollati per una notte
  • 60 g di quinoa lavata
  • 4 piccole carote (circa 150 g)
  • una manciata di pistacchi sgusciati (circa 25 g)
  • un cucchiaino di alghe in fiocchi (io ho usato le wakame)
  • la scorza di mezza arancia non trattata
  • il succo di mezza arancia o mezzo lime
  • olio buono
  • due cucchiai di farina di ceci
  • sale

Come si fa:

Lessate i ceci e la quinoa, separatamente.

Grattugiate le carote, pestate i pistacchi o tritateli grossolanamente, ammollate le alghe in una tazza di acqua fredda per 5 minuti.

In una terrina unite ceci, quinoa, carote, pistacchi, alghe tritate, due cucchiai d’olio, succo di arancia, scorza di arancia, un pizzico di sale e mescolate bene.

La vostra insalata è pronta.

Ora prelevatene metà e frullatela con due cucchiai di farina di ceci. Mettete il tutto in frigo per mezzora in modo che il composto si rassodi (vedrete che superburger che avrete poi! compatto ma umido al punto giusto).

Con le mani bagnate formate quattro polpette schiacciate, cuocete in padella con un filo di olio caldo e servitele con un’insalata sfiziosa (al solito, io non ho saputo evitare le puntarelle, le mele e i rapanelli).

Dopodiché, votate: meglio il burger o l’insalata?

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orzotto con aglio orsino

Ecco, l’amore mio. Potessi vivere di solo aglio orsino, lo farei. Come un orso che, dopo il letargo, si risveglia mangiandone manciate su manciate… (sì, è per quello che è chiamato così. ora lo amate anche voi, ci scommetto!).

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Stamattina ne ho colti tre kg. TRE. Poi ci faccio un pesto leggero (solo olio buono e sale integrale) e lo surgelo. Per tutto l’anno, ho a disposizione una crema verdissima da aggiungere a farinate (le panelle d’aglio, le chiamava una mia amica!), sughi, ripieni, impasti, polpette… devo andare avanti? 🙂 Voi, piuttosto, dovete andare a raccoglierlo. Tra poco, pochissimo, sarà solo un ricordo.

Cosa serve:

  • uno scalogno
  • due zucchine o mezzo cavolfiore piccolo
  • quattro manciate di orzo
  • un mazzetto di aglio orsino
  • olio buono
  • un goccio di panna vegetale o di crema 100% mandorle
  • brodo vegetale
  • vino bianco

Come si fa:

Tritate lo scalogno e soffriggetelo in poco olio. Aggiungete le zucchine tagliate a dadini, rosolate per un paio di minuti, unite l’orzo e fate tostare. Sfumate con il vino bianco, fate evaporare, portate a cottura con brodo caldo. Al termine aggiungete la panna e l’aglio orsino affettato sottile (tenete da parte qualche foglia per decorare), spegnete e fate riposare qualche minuto.

Servite brindando alla primavera!

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[pronti all’infarto? sto per mostrarvi un bosco di aglio orsino!]

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riso saltato al curry (for dummies)

La ricetta più semplice è quella che riscuote maggior successo.

Se dovessi scegliere un piatto solo… eccolo. Per i ricordi, per la convivialità, per le risate e i sorrisi e le serate e i pranzi che ha accompagnato, per i colori, per gli aneddoti, per come è nato.

Questo è ufficialmente diventato un cavallo di battaglia, ed è un modo infallibile per riciclare il riso bianco della sera prima. Se è integrale, poi…

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Cosa serve (per 2):

  • 300 g di riso cotto
  • 500 g di verdura mista (almeno 3 tipi: io uso carote, porro o cipollotto e una terza a seconda della stagione: broccolo, zucchine, peperoni, daikon, piselli…)
  • olio di semi (ad esempio girasole) o evo
  • 1 spicchio d’aglio
  • 1 pezzetto di peperoncino
  • 1 fettina di zenzero
  • 1 cucchiaino raso di curry
  • salsa di soia (tamari per la versione senza glutine)

Come si fa:

Lavate e tagliate le verdure prediligendo tagli lunghi (julienne o di sbieco, come ho fatto io) e facendo pezzi di dimensioni simili, in modo che cuociano insieme senza creare l’effetto stracotto+crudo.

Tritate lo zenzero e tagliate l’aglio in due, togliendo il germoglio centrale.

Scaldate l’olio in una buona padella (il wok è l’ideale), aggiungete aglio, zenzero e peperoncino (se volete potete mettere il curry anche qui, io vado a momenti). Soffriggete per un minuto, aggiungete le verdure e saltatele a fuoco alto. Sfumatele con salsa di soia, sempre saltandole, e poi versatele in una terrina (tempo di cottura massimo delle verdure: 6-7 minuti quando ci sono i peperoni, 5 con le altre combinazioni).

Nella padella bollente versate olio e salsa di soia in parti uguali, aggiungete il curry, mescolate, unite il riso e soffriggetelo. Non mescolate in continuazione, in modo che ci sia il tempo perché si formi una crosticina croccante e saporita.

Versate le verdure nel riso, saltate il tutto per un altro minuto, e servite.

Per chi ha coraggio: tuffo nel piatto!

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Credo che sia la ricetta che mi è stata chiesta di più in assoluto. Un po’ come il ragù delle nonne. Fatelo vostro!

PS questa è una ricetta che viene benissimo anche per trenta o sessanta persone. Saltate le verdure e il riso poco alla volta, e ricordatevi di tenerlo molto al dente in cottura.

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uncheesecake 2.0

Le torte fredde tipo cheesecake (sia fredde che cotte in forno) mi hanno sempre fatto impazzire. Sarà la base di biscotti leggermente salata… chissà. Sta di fatto che da quando sono vegan ho provato a farne diverse: tra quella di silken tofu e cioccolato e quella a base di yogurt di soia e panna montata veg preferisco sempre la prima, anche perché trovare la soyatoo spesso è un’impresa. Da qui la necessità di crearne una buona e con ingredienti relativamente facili, e che non sapesse di tofu! Già la missione la pensavo più che riuscita (e il feedback di Barcelona sulle mie uncheesecake ha confermato la mia tesi. Un bambino è tornato CINQUE volte a prendere la torta al mango!). Ieri però ho avuto la rivelazione. Una base più croccante e solida, in netto contrasto cromatico con il candore della crema al cocco e il giallo acceso del mango.

Fidatevi, è superlativa.

mango uncheesecake

Cosa serve:

per la base:

  • 150 g di biscotti tipo digestive (circa 10 biscotti) o fiocchi d’avena anche GF
  • 40 g di cioccolato fondente
  • 40 g di olio di cocco (si trova nei negozi asiatici, con agar agar e latte di cocco) o di girasole
  • un pizzico di sale

per la crema:

  • 400 g di latte di cocco
  • 300 g di yogurt vegetale bianco o alla vaniglia (in questo caso omettete lo zucchero e la vaniglia)
  • 3 cucchiai di zucchero di canna
  • 1 cucchiaino di vaniglia
  • 1 cucchiaino di agar agar

per la gelatina:

  • 150 g di mango o di pesche o di frutti di bosco surgelati (o quello che volete)
  • un cucchiaio di succo di limone
  • 1 bicchiere di acqua o di succo di mela
  • 1 cucchiaino scarso di agar agar

Come si fa:

Ponete un foglio di carta da forno sul fondo di una tortiera apribile.

Sciogliete a bagnomaria il cioccolato e l’olio di cocco (spesso è venduto in bottigliette. A temperatura ambiente è solido, ma basta immergere la bottiglietta in acqua calda e si scioglie) e nel frattempo tritate nel robot i biscotti o l’avena fino a ottenere una polvere finissima.

Mescolate la polvere di biscotti con un pizzico di sale, aggiungete cioccolato e olio, amalgamate e premete sul fondo della tortiera (20 cm di diametro, massimo 22).

Mettete in frigo e fate riposare, nel frattempo potete iniziare a preparare la crema.

Unite in una ciotola resistente al calore metà latte di cocco, lo yogurt e la vaniglia e scaldate a bagnomaria finché non è tiepido.

Nel frattempo in un pentolino fate sobbollire per tre minuti il rimanente latte di cocco con lo zucchero e l’agar agar, stando attenti a non fare grumi. Se preferite, potete terminare il tutto con una bella passata al mixer a immersione per scongiurare ogni dubbio!

Amalgamate le due creme e versatele (non bollenti, mi raccomando) sulla base al cioccolato, mettete in un posto fresco a riposare e appena possibile stivatele in frigo.

Quando la crema si sarà rappresa (25 minuti dopo, circa, in inverno anche meno) preparate la gelatina frullando la frutta con mezzo bicchiere d’acqua o di succo di mela.

Bollite a fuoco basso la restante acqua con l’agar agar per 3 minuti.

Aggiungete al mango la gelatina, il limone e mescolate bene. Versate sulla torta e rimettete in frigo.

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Esagerata! Il fondo di biscotti, cioccolato e sale fa quasi l’effetto frizzante sulla lingua!

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quanti colori ha la tua cena?

oh come mi sarebbe piaciuto fare una bella foto. E invece…

Tre contorni senza pretese, perfetti con un cereale, con delle polpette, con del tofu. Protagonisti sono carotenoidi, antociani, clorofilla: amici le cui strutture chimiche hanno accompagnato i miei pomeriggi negli anni dell’università, protettori della nostra salute, giullari per la nostra vista. Buoni e strabuoni.

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Cosa serve (per due):

per le carote al sesamo

  • 8 carote
  • salsa di soia (tamari se cercate una versione gluten-free)
  • olio di girasole
  • semi di sesamo

per la cicoria all’agro

  • le foglie esterne di un cespo di puntarelle
  • mezzo limone
  • un cucchiaino di miso di riso (senza glutine)

per il cavolo allo zenzero

  • mezzo cavolo rosso
  • mezzo porro
  • una moneta di zenzero (cioè una fetta di zenzero fresco)
  • il cuore di un cespo di puntarelle
  • olio di girasole

Come si fa:

Le carote vanno tagliate a pezzetti e leggermente rosolate con l’olio in un padellino antiaderente, poi sfumate con salsa di soia, coperte per un terzo della loro altezza con acqua e fatte cuocere, con il coperchio, per cinque-sette minuti a fuoco alto. Se avanza salsa fatela evaporare e spolverate di sesamo prima di servire.

La cicoria va lessata in poca acqua, scolata benissimo, tagliata a pezzetti e condita con una crema ottenuta con il succo di mezzo limone e il cucchiaino di miso.

Il cavolo va tagliato a striscioline, così come il porro. Lo zenzero va tritato e le puntarelle tagliate a metà. Scaldate un giro d’olio in un wok con lo zenzero, quando sfrigola buttate porro e cavolo, saltateli velocemente con un pizzico di sale. Tenete il fuoco alto, mescolate spesso e in cinque minuti sarà pronto: deve risultare ancora croccante, non sfatto. Aggiungete le puntarelle, mescolate e servite.

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[diamo un nome alle mie manie: le puntarelle, lo zenzero, il limone. ok]

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tartufini

una delle soddisfazioni della vita. Averli in frigo stravolge completamente le abitudini di casa: devi pelare le patate? un tartufino ti aiuterà. Devi guardare un film? almeno un paio servono, eccome. Non sai con cosa fare merenda? mentre decidi, un tartufino ti placa i nervi…

La ricetta viene da qui, prima ho provato a fare quelli con la panna (di soia), la margarina e l’earl grey… buoni. Poi ho visto il latte di cocco in dispensa. E ciao. (ho sostituito sia la panna che la margarina con il solo latte di cocco perché è molto denso e la parte grassa si era proprio separata e indurita. L’importante è che ci sia un qualcosa di solido a basse temperature, in modo che possa essere lavorato a pallina)

Cosa serve (versione base):

  • 200 ml di latte di cocco
  • 200 g di cioccolato fondente
  • 1 cucchiaino di semi di vaniglia o 1 cucchiaino di cannella o 1 cucchiaio di té in foglie
  • cacao amaro

Come si fa:

Sciogliete il cioccolato a bagnomaria. A parte, portate a bollore il latte di cocco e unite l’aroma scelto: vaniglia, cannella, tè earl grey, pepe rosa… Lasciate in infusione 5 minuti, quindi filtrate (non è necessario se usate aromi in polvere). Mescolate cioccolato fuso e latte aromatizzato, fate raffreddare, fate delle palline e passatele nel cacao o nel cocco rapé.

Varianti

Che altro dire, se non che passerete mesi a provare milioni di varianti? Usate il latte di cocco come veicolo di tè buoni che si sposano con il cioccolato ce ne sono a pacchi (il casablanca è da urlo, ad esempio), di spezie altrettante (cardamomo, cannella, pepe lungo, pepe rosa, solo per dirne alcuni), di frutta secca non ne parliamo nemmeno… e già lo so che state pensando a un pizzico di sale mescolato al cacao in copertura. Beh, fatelo, garantisco che è una bomba.

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insalata tiepida di quinoa, puntarelle e mele

ovvero: compra un porro, una mela e un cespo di cicoria/scrigno per puntarelle e divertiti.

Periodo di latitanza vera, fatto di moltissimi progetti in ballo (si era parlato di duemilaecredici, non dimentichiamolo) che presto verranno alla luce. Ad esempio, martedì mattina salperò alla volta di Barcellona, e sabato mi troverete con un banchetto pieno di delizie dolci e salate alla seconda fiera vegana. Quindi, ci si risentirà al ritorno, quando avrò imparato cose pazze 🙂

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Cosa serve (per 4):

  • 220 g quinoa
  • un porro giovane
  • una mela croccante
  • un cespo di puntarelle con relative foglie di cicoria
  • due limoni
  • olio buono, tamari (senza glutine)

Come si fa:

Sciacquate la quinoa in un colino a maglia fine (l’incubo, io uso una ciotola per raccogliere i grani che perdo scolandola) e lavate le verdure. Tagliate le foglie della cicoria a tocchetti.

Lessate quinoa e cicoria per 15 minuti scarsi. Scolateli.

Nel frattempo, in una terrina capiente, riunite il porro tagliato a striscioline (io prediligo il taglio secondo le nervature per una questione di maggiore digeribilità), la mela e le puntarelle a pezzettini, la scorza e il succo dei limoni.

Aggiungete la quinoa alla marinata e condite il tutto con olio e salsa di soia, regolandovi secondo il vostro gusto.

Io l’ho accompagnata con i burger di tofu e sesamo. Positivo.

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