quick & easy, ricette, secondi

quando torni a casa alle otto

e non hai nessuna zuppa pronta dal mattino, nessun avanzo in frigo (anzi a dirla tutta il frigo è deserto), nessuno che cucina per te. Capita a chiunque. Capita anche di non aver proprio voglia di una pasta con… uhm… l’olio? In questo caso o opto per la “frittata” fatta con farina di ceci e cipolle (pronta in quindici minuti al massimo) oppure mi fermo nell’ultimo supermercato che incontro prima di salire sul treno e compro una di quelle tremende bustone di verdura da cuocere tipo spinaci-catalogna-erbette. Quelle già lavate, sì. Perchè se non ho tempo, non ho tempo, e piuttosto che non mangiare verdura, la compro così. Aggiungo anche una lattina di fagioli. Spendo due euro.
[…]
Arrivo in casa e mi tolgo le scarpe. Mi lavo le mani e taglio a fette mezza cipolla, la rosolo in un goccio d’olio mentre faccio a fettine tre patate. Mentre ripasso le patate sciacquo i fagioli sotto l’acqua. Butto in pentola pure quelli, un goccio di vino, mentre evapora metto olio aglio e peperoncino in una padella per le foglie che ho comprato, aggiungo acqua di qua e di là, sale nelle patate e copro. Non più di dieci minuti cronometrati (cinque se siete acrobatici).
Adesso posso andare a cambiarmi, svuotare lo zaino, lavare la schiscetta del pranzo, e quando è pronta la cena sono pronta anche io. Ok, non è alta cucina: ma è buono, riempie e costa poco. È senza glutine. Ha le verdure. Si fa da solo. Personalmente, ci vedo solo lati positivi: perchè non dargli un nome tonante e metterlo sul blog? Ed eccoci qui.

Mash di patate e fagioli alla paprika con catalogna piccante

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Cosa serve (per 2 lupi affamati):

  • 1/2 cipolla (quella che avete)
  • 3 patate
  • 1 lattina di borlotti
  • 400 g di verdura in foglie da cuocere, cruda (erbette, catalogna, spinaci) e pulita
  • 1 spicchio d’aglio
  • olio EVO, peperoncino, paprika, vino rosso, timo, sale alle erbe

Come si fa:
L’ho scritto anche sopra, però in sostanza è più lungo a dirsi che a farsi.
Tagliate a fette la cipolla e mettetela in una pentola con un filo d’olio. Accendete il fuoco medio-basso e pelate e tagliate le patate: più le fate fini, prima cuociono. Io le faccio in 4 spicchi e poi le affetto sottili. Unite le patate alla cipolla che si sarà dorata e mescolate. Scolate e sciacquate bene i fagioli. Aggiungetele in pentola, versate un goccio di vino e mescolate. Mentre il vino evapora prendete una padella, la ungete con un filo d’olio, ci buttate del peperoncino e uno spicchio d’aglio intero e accendete a fuoco alto. Versate le foglie, girate, versate una tazzina di acqua, coprite e abbassate la fiamma al minimo.
Di là il vino sarà evaporato: coprite a filo con acqua (mica volete una zuppa navigante in trenta litri), pizzichino di sale alle erbe e coperchio, fuoco medio.
Ogni tanto controllate e mescolate… soprattutto le erbe.
Cotto? Schiacciate le patate e i fagioli con un cucchiaio o una forchetta. Condite con olio, paprika, timo. Servite.

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risotto di topinambur, semi di zucca e pepe bianco

su una crema di fagioli tre colori e salvia. Semplice, appagante, completo.
Prima avevo la tendenza a mangiare legumi e tofu “una volta ogni tanto”, poi ho fatto i conti: in giornate da “cereali e verdura” (per intenderci) l’apporto proteico era carente, anche se di poco. E quindi adesso sto più attenta a regolare la mia dieta, con piccoli e grandi accorgimenti. Se mangio gli spinaci continuo ad abbinare il succo di limone, ma evito di abbinare cibi troppo ricchi in fibra, in modo che il ferro finisca a me e non nel water assieme all’amica spazzina (dai che sono stata elegante).
E quindi adesso ho una scorta di legumi cotti e surgelati, pronti all’occorrenza. Da oggi è amore puro.

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Ricordo che da adesso le foto saranno scattate col telefono: abbiate pazienza. Poteva andarci peggio!
Le dosi per 3, via (cioè noi 2 + il pranzo di domani in università)

Cosa serve:

  • 170 g di riso semintegrale
  • 300 g di topinambur
  • 2 spicchi d’aglio
  • 3 cucchiai d’olio evo
  • 1/2 bicchiere di vino (per me rosso)
  • brodo vegetale qb
  • 40 g di semi di zucca non salati
  • 1 cucchiaio di prezzemolo tritato
  • pepe bianco in grani
  • 240 g di fagioli (bianchi, neri e borlotti) cotti e pesati da surgelati. Fate a occhio!
  • 5 foglie di salvia
  • 1 pomodoro secco (io uso quelli disidratati, non sott’olio)
  • 1 cucchiaio di olio evo


Come si fa:
Preparate il brodo. Tritate l’aglio dopo aver tolto il germoglio. Pelate e tagliate i topinambur in 4 spicchi e poi a fettine sottilissime. Scaldate l’olio (2 cucc.) con l’aglio, quando sfrigola buttate i topinambur e rosolateli un paio di minuti. Unite il riso, tostatelo velocemente e sfumate col vino, poi fate evaporare. A questo punto iniziate col brodo, poco alla volta, fino alla cottura del riso (30 minuti circa).
Nel frattempo scongelate il vostro piccolo malloppo di fagioli in un pentolino con un bicchiere di acqua o brodo (dipende se li avevate salati o no), fateli bollire con la salvia tagliata fine, e così il pomodoro secco. Quando è tutto ben cotto e un po’ rappreso (ma ancora acquoso) frullate aggiungendo un cucchiaio di olio.
Il riso è quasi pronto, vi rimangono le ultime due cose. Tostate in un padellino senza condimento il pepe in grani: ne esalta l’aroma. Deve diventare caldo ma non bruciato, poi macinatelo (secondo i vostri gusti). Infine, polverizzate nel robot i semi di zucca.
Quando il riso è cotto ma deve assorbire l’ultima parvenza di brodo, spegnete. A fuoco spento unite l’ultimo cucchiaio di olio, il pepe, il prezzemolo tritato e la polvere di semi di zucca. Mescolate e fate riposare qualche minuto prima di impiattare: prima la crema calda (rimettetela sul fuoco un minuto, se necessario) e poi al centro il riso.
Molto soddisfacente!

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speedyburger

belle le cotture lente, buone le cotture lente, bello affettare tonnellate di verdure… ma è ora di mangiare e IO HO FAME! Avete una lattina di fagioli di scorta, in fondo alla dispensa? Molto bene, ora potete leggere il resto.

polpette

Cosa serve (per sei polpette):

  • una lattina di fagioli borlotti
  • un piccolo porro
  • pangrattato qb
  • olio, curry, sale, pepe

Come si fa:

Affettate il porro, cuocetelo in olio e 1/2 cucchiaino di curry per cinque minuti, aggiungendo un paio di cucchiai di acqua e un pizzico di sale (se avete tempo, stufatelo più a lungo). Trucchetto: usate una padella molto ampia, così i porri cuoceranno prima e poi la potrete riutilizzare per cuocere i burger.

Nel frattempo scolate i fagioli e preparate il robot, un piatto, una spatola, sale, pepe e pangrattato.

Nel contenitore del robot (o in un recipiente da usare poi col minipimer) versate i fagioli tenendone da parte un cucchiaio. Unite i porri, un pizzico di sale, il pepe e frullate. Addensate con un paio di cucchiai di pangrattato, sempre frullando (aiutatevi a mescolare bene con la spatola). Smettete di frullare, unite i fagioli restanti e altro pangrattato se serve e lavoratelo con le mani o la spatola. Quando raggiunge la consistenza di un composto sodo, non appiccicoso e compatto (morbido, però, non duro: se mettete troppo pangrattato diventerà asciuttissimo in cottura) è pronto. Bagnatevi le mani e modellate le polpette, schiacciandole tra le mani. Man mano appoggiatele sul piatto.

Scaldate un goccio d’olio nella padella di prima, cuocetele quattro minuti da un lato e due dall’altro.

Con il tempo diventerete più veloci di me!

Accompagnate le polpette con una simpatica insalatina e una salsa a scelta (vegan mayo, senape…)

aperitivi, quick & easy, ricette

L’ABC: aperitivi, birrette e crostini

Caldo, voglia di accendere i fornelli non pervenuta (a giorni alterni). In questi casi mentre si raffreddano le birre conviene preparare due patè veloci per cena e schiaffare tutto in ciotoline monoporzione. Il divano farà il resto.

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Paté di cannellini alle erbe


Cosa serve:

  • una lattina di fagioli cannellini
  • erbe aromatiche secondo gusto e disponibilità: prezzemolo, maggiorana, erba cipollina
  • la parte verde di un cipollotto
  • lievito alimentare in scaglie
  • olio extravergine di oliva
  • sale

Come si fa:
Scolare i fagioli e frullarli con gli altri ingredienti. Servire con una zucchinetta cruda tagliata a rondelle.

Paté di pomodori secchi


Cosa serve:

  • una manciata di pomodori secchi
  • due cucchiai di mandorle tritate
  • due-tre cucchiai di yogurt o panna vegetale o latte di cocco
  • maggiorana fresca o salvia o aneto

Come si fa:
Ammollare i pomodori secchi in acqua calda per 10 minuti. Scolarli, tagliarli a pezzi e frullarli con gli altri ingredienti. Se necessario aggiungere un cucchiaino di olio extravergine di oliva.
Ottimo anche come sugo per la pasta, l’orzo (vedi foto), i panini: cambiate la frutta secca a piacere (io ho provato anacardi tostati e pistacchi, separatamente).

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lattina di fagioli à tartiner

Ricetta superveloce per una persona robot-dotata. Che poi il chiamarli robot mi fa sorridere, sono così diversi dall’idea che avevo da bambina. In ogni caso, in alto i calici per i nostri amici con la spina.

Magari accompagnando il bicchiere con pane/gallette/cracker/grissini (a me sono stati offerti fatti in casa, alle noci. dura, la vita) e questo paté pronto in quaranta secondi.

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Cosa serve:

  • una lattina di legumi a scelta (io ho usato l’ottimo legumix)
  • olio buono (abbondare)
  • erba cipollina (un mazzettino)
  • 1 cucchiaino raso di curcuma*
  • 1/2 cucchiaino di pepe nero*
  • 3 cucchiai di lievito alimentare in scaglie

Come si fa:

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Frullare 🙂

Sono in completa dipendenza da paté e affini, ovvero tutto ciò che oltralpe definiscono à tartiner, come mi ha illustrato una cara amica che, guarda caso, adora gli aperitivi. Io e lei vivremmo benissimo nutrendoci di birrette, salatini, sfizioserie da divano, quintali di tartine diverse, fantasticando su torte alte quindici cm (ma come fanno a stare su?!?) e uncheesecake da urlo.

* Si fa un gran parlare (giustamente) della curcuma. Ma magari non tutti sanno che le sue attività (aumenta sia la produzione che il flusso biliare; è carminativa, antispastica a livello addominale, antiossidante, antivirale e attiva contro il cancro colorettale) sono potenziate dall’abbinamento con il pepe nero (che contiene piperina, in grado di aumentare l’assorbimento della curcumina, generalmente piuttosto scarso). Per questo motivo, nelle forme di dosaggio dei curcuminoidi, compare spesso anche la piperina.

Immaginatevi la scena. Il fegato va pazzo per la curcumina, appena la vede la riempie di bacetti che la deformano e la inattivano, e questa poveretta non riesce ad arrivare a fare il suo lavoro. Se la nostra amica scende in compagnia della piperina (una seduttrice un po’ lasciva, grande amica), questa ammalia il fegato che, tutto stordito, si fa sfuggire la nostra biondissima, ormai in fuga verso l’intestino e oltre. Mitiche.

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pasta e cicerchie

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Momento “me la meno”: ho fatto questa pasta ad agosto (esatto, agosto nella pianura padana, un incubo di umidità) alla festa di radio onda d’urto. Ne sono uscite, diciamo, una cinquantina di porzioni? Bene, sono finite TUTTE quella sera. Perché è buona! E se è buona ad agosto, a dicembre è perfetta.

Cosa serve (per ogni persona):

  • una tazza di cicerchie ammollate per una notte e poi lessate (o una lattina di fagioli borlotti, o equivalente cotti in casa)
  • un etto di pasta corta (è il momento di finire tutti quei pacchetti di pasta miseramente avanzati in quantità inutili – tipo 60 g fusilli, 55 g penne… perché mi succede sempre??)
  • brodo vegetale (una tazza e mezza ma abbondate che è meglio)
  • cipolla, aglio, peperoncino, alloro, rosmarino, salvia, olio buono (le quantità… vedete voi in base a quanti siete)
  • concentrato di pomodoro (1-2 cucchiai)
  • vino rosso qb

Come si fa:

Veloce. Soffritto di cipolla-aglio-alloro-rosmarino-salvia-peperoncino. Buttate le cicerchie cotte. Rosolate. Buttate la pasta. Rosolate (tipo risotto). Sfumate con il vino. Versate il brodo, portate a cottura aggiungendo tanto brodo quanto ne serve.

Ora: la pasta deve essere molto ben cotta. Togliete uno-due mestoli (anche di più se la state facendo per dieci) di p&c e frullate con un po’ di brodo (alternativa sprint: frullatore a immersione direttamente in pentola). Ributtate tutto in pentola, aggiungete il pomodoro concentrato, allungate se necessario con altro brodo.

Servite con olio crudo, pepe e lievito alimentare in scaglie.

Fatene tantissima che il giorno dopo fa piangere da quanto è buona.

Versione due: potete cuocere le cicerchie direttamente in pentola. In questo caso non buttate la pasta all’inizio, ma sfumate col vino le sole cicerchie e cuocetele con acqua fino a quando sono tenere. A quel punto asciugate un po’ il brodino che si è formato, buttate la pasta e sfumate col vino, riprendendo in pratica la ricetta da dove l’avevate lasciata.